“Ciò che un bambino disegna è una finestra aperta sul suo mondo interiore, dove colori e linee parlano la lingua silenziosa delle emozioni. ”Cit. L’utilità del disegno Il disegno è uno strumento importantissimo: attraverso di esso i bambini imparano le abilità motorie necessarie per praticarlo migliorando i micromovimenti e la coordinazione, in particolare quella oculo-manuale. Attraverso l’attività di disegno, inoltre, i bambini imparano a rappresentare simbolicamente oggetti, animali, persone ed eventi e questi successivamente vengono inseriti in uno storytelling o racconti sviluppando anche le loro capacità narrative. L’ambiente, inoltre, gioca un ruolo importante: il disegno può essere infatti influenzato dagli eventi e dal contesto che il bambino vive e inoltre anche l’incoraggiamento da parte dell’adulto lo può portare a svolgere questa attività. Infine, il disegno diventa importante veicolo di emozioni: attraverso questa attività è infatti possibile esprimere i vissuti e le emozioni che il bambino non riesce a raccontare in altri modi. Il disegno e la psicomotricità Per via di tutte le utilità sopra descritte, il disegno può essere anche utilizzato all’interno di un percorso di psicomotricità. Questa non è l’unica modalità che si può utilizzare per la valutazione dell’intervento e del processo, ma è molto utile soprattutto con i bambini più piccoli che sono in età prescolare o da poco entrati in età scolare, con cui altre modalità come il racconto o la scrittura non risultano essere funzionali a questo scopo. Il bambino racconta la sua esperienza attraverso il disegno ed esprime in esso i suoi pensieri e le sue emozioni. Questo strumento può essere utile per la decentrazione delle emozioni ovvero per imparare a riconoscere, accogliere e saper esprimere e regolare le emozioni provate (Lusetti & Reghitto, 2022). Attraverso il disegno è possibile vedere e avere una “prova confrontabile” dei miglioramenti del bambino lungo tutto il percorso. Come avviene Occorre chiedere al bambino di disegnare senza imporre niente: sarà lui stesso che imparando a riconoscere i vissuti anche emotivi li racconterà attraverso il disegno. Al termine dell’attività non bisogna dare una valutazione del disegno, ma di vitale importanza è chiedere al bambino di spiegarlo e raccontarlo. Esistono numerosi elementi che si possono osservare nella valutazione del disegno, qui sotto sono stati descritti alcuni. Rappresentazione del corpo: poiché è con lo sviluppo che il bambino impara a riconoscersi, lo sviluppo dei disegni potrebbe passare da un'assenza totale di un corpo, alla comparsa graduale di parti di esso. Valutazione delle parti del corpo mancanti: come detto sopra, il corpo compare gradualmente e per questo motivo anche le parti del corpo rappresentate arrivano in tempi diversi. Ad esempio all’inizio può essere visibile un busto, successivamente una testa, poi una figura umana senza braccia o gambe e successivamente comparire elementi caratteristici quali capelli, mani, ciglia ecc. Proporzioni del corpo: anche le proporzioni variano con lo sviluppo andando a diventare sempre più realistiche mano a mano che si prosegue con l’intervento. Azioni: solo dopo la comparsa del corpo quasi completo il bambino può dedicarsi alla rappresentazione anche di azioni e di emozioni. (es. lacrime per indicare il pianto e quindi la tristezza). Spazio del foglio e altri elementi: questi elementi sono esterni alla rappresentazione del corpo ma ugualmente importanti. Il bambino infatti con l’avanzare dello sviluppo inizia a utilizzare sempre più colori e a gestire le varie parti del disegno in modo funzionale (es. all’inizio può colorare tutto il foglio di un unico colore, proseguendo può decidere di rappresentare il cielo e il prato). In concomitanza con questo e con i miglioramenti sopra descritti riguardanti il corpo, compaiono anche altri elementi che possono rappresentare oggetti di contesto per comprendere meglio l’evento rappresentato o altre persone. La valutazione del disegno però non può essere scollegata da un’attenta osservazione esperta del contesto e del linguaggio sia esso verbale che non verbale (Lusetti & Reghitto, 2022). BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
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